Il dolore al ginocchio è sicuramente molto comune, ma non deve essere preso sotto gamba, perché può essere un allarme della tendinite rotulea, un’infiammazione del tendine che permette ai muscoli anteriori della coscia di inserirsi sulla tibia.
I muscoli che si anastomizzano in un unico tendine, il tendine rotuleo, sono i muscoli del conosciutissimo quadricipite, ovvero il vasto mediale, il vasto laterale, il retto del femore ed il vasto intermedio. L’infiammazione di questa zona, diffusa negli atleti ma anche in chi passa molte ore seduto, è dovuta a diverse cause: esaminiamo le principali.
Le cause della tendinite rotulea
Le principali cause che portano ad una infiammazione del tendine rotuleo sono :
- Sovraccarico funzionale | Il tendine viene sottoposto ripetutamente a tensioni anomale. Esempio di una paziente che in raccolta dati suggerisce: “Ho iniziato a sentire male dopo una lunga passeggiata in montagna, mentre rientravamo alla macchina durante la lunga discesa”;
- Microtraumi ripetuti | Il tendine viene sollecitato ripetutamente da traumi che singolarmente sono insignificanti, ma che ripetuti nel tempo portano all’infiammazione, come succede nei calciatori con l’impatto con il pallone;
- Rigidità Muscolare | Un quadricipite rigido e poco elastico porta ad una tensione costante sul tendine, ovvero la struttura che lo connette all’osso;
- Postura | Un disequilibrio di tensioni tra muscoli anteriori e muscoli posteriori e tra catene cinetiche opposte può portare all’infiammazione della zona che, per compenso, si sovraccarica maggiormente.
I sintomi della tendinite rotulea
Tra i principali sintomi della tendinite rotulea ci sono prevalentemente sensazioni tipo “puntura” e “bruciore” sulla zona specifica.
Questi dolori tendono a sparire con l’attività fisica ed il movimento, ma che si riacutizzano con l’immobilità ed il raffreddamento del muscolo.
Ciò succede perché i tendini sono strutture poco vascolarizzate che si lubrificano muovendosi grazie ad una vascolarizzazione passiva.
L’affermazione più classica è
“Appena mi alzo sento fastidio, mi servono 4/5 passi prima di sentirlo libero”.
Ma non solo: spesso per lo sportivo il dolore si acutizza durante l’attività in uno specifico movimento (come l’atterraggio da un salto o un cambio di direzioni), situazioni in cui il tendine viene sottoposto a grande stress.
Classificazione
Il tendine rotuleo può essere suddiviso in sovra e sotto rotuleo in base alla zona presa in considerazione. Questa è una distinzione che Fisiolike fa al fine di ottimizzare il recupero in maniera ottimale. Modificare il piano di lavoro in funzione della zona permette di accelerare i tempi di recupero, andando a lavorare in maniera dettagliata sulla problematica.
Il percorso terapeutico consigliato
Il percorso terapeutico nella maggior parte dei casi di tendinite rotulea prevede due fasi
- una prima fase di lavoro passivo, dove vengono applicate sedute di Ultrasuoni. Si tratta di una terapia strumentale vibrazionale in cui le alte frequenze fanno vibrare il tendine stimolando, a scapito di un po’ di dolore, l’eliminazione dello stato infiammatorio.
- Dopo la prima fase di gestione del dolore acuto si passa alla terapia attiva o chinesiterapia.
Grazie agli studi fatti da Borelli, Weber & Fick, utilizziamo i principi meccanici del sistema muscolo scheletrico intervenendo con esercizi specifici di accorciamento incompleto ed allungamento completo.
Questo lavoro permette di recuperare in maniera selettiva forza e tono muscolare e, allo stesso tempo, “elasticizzare” la porzione tendinea interessata.
Il tipo di esercizi e la specifica ampiezza dei movimenti permettono di essere precisi sulla zona da trattare, andando a sottoporre il tendine ai giusti stimoli necessari all’eliminazione della fastidiosa problematica.
Atleti professionisti, amatori, sedentari rispondono tutti allo stesso tipo di stimolo: questo perché siamo fatti tutti nella stessa maniera, la differenza è nel tipo di carico e nel volume di lavoro che varia in base alla persona ed alle esigenze della stessa.
Ecco perché risulta importante essere accompagnati da un esperto del nostro centro per la giusta determinazione della progressione dei carichi e dei volumi di lavoro.
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Patologie associate alla tendinite rotulea
Tra le più comuni patologie associate alla tendinite rotulea troviamo il Morbo di Osgood Schlatter, una patologia frequente nell’età evolutiva.
In questo morbo l’insieme di una forte tensione del tendine sul suo punto di inserzione distale (la TTA – Tuberosità Tibiale Anteriore abbinata alla crescita – porta, col tempo, alla creazione di una sporgenza ossea marcata della TTA. La sporgenza risulta essere un punto di ancoraggio forte, ma altamente suscettibile alle infiammazioni.
La Tendinosi, altro quadro clinico spesso riscontrato nei referti medici, indica semplicemente una degenerazione cronica del tendine. Essa spesso è dovuta al protrarsi delle tendiniti che, grazie alle caratteristiche sopra descritte sulla loro capacità di vascolarizzarsi con il movimento, riescono ad essere ben tollerate per lunghi periodi.
La Tendinosi colpisce prevalentemente gli inattivi che, passato il momento di fastidio iniziale, grazie ai famosi 4-5 passi riescono a rimandare l’intervento di un professionista per la risoluzione del problema. Rimandando il consulto, la situazione viene portata nel tempo a diventare cronica.
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