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Il termine medico per indicare “dolore alla cervicale” è cervicalgia, che viene comunemente utilizzato per indicare una “sofferenza (algos) nel tratto cervicale” ovvero il dolore localizzato nella parte posteriore del collo, a livello delle vertebre del rachide cervicale.
È uno dei disturbi osteoarticolari più frequenti in età adulta e non solo, soprattutto in questi ultimi anni: infatti alcune ricerche confermano che anche in età adolescenziale, con l’utilizzo sconsiderato di smartphone e tablet è in aumento il numero ragazzi che ne riferiscono i sintomi.
Nel linguaggio comune, spesso, ci si riferisce alla cervicalgia con il termine generico “cervicale” (usato in espressioni come “ho la cervicale”, “soffro di cervicale” etc…), riassumendo così in modo improprio il tipico dolore al collo, più o meno intenso e disabilitante,che può irradiarsi anche alle spalle e alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti a causa del calo di forza e dei fastidi sensitivi associati (parestesie, formicolii, sensazione di punture di spillo o di alterazioni della temperatura del braccio interessato).
Ma perché ne soffriamo? Le cause possono essere molteplici scatenando ovviamente altrettante tipologie di “cervicalgie”:
L’eziopatogenesi della cervicalgia può avere innumerevoli ragioni e molto diverse tra loro. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la comparsa di dolore a collo e spalle è legata a errori di stile di vita che impongono stress abnormi a questa regione della colonna vertebrale, oppure alla presenza di artrosi cervicale (a sua volta favorita da fattori sfavorevoli di tipo posturale, oltre che dalla predisposizione genetica).
I principali fattori di rischio possono avere varie origini, di tipo posturale e di predisposizione genetica, psicologica, oppure anche di origine traumatica o da stress lavorativi e/o sportivi:
- posture errate del rachide (ipercifosi dorsale e iperlordosi lombare);
- tensioni psico-emotive (ansia, stress);
- la sedentarietà o la mancanza di esercizio fisico strutturato;
- il mantenimento di posture errate sia durante il giorno sia durante il sonno;
- i movimenti ripetuti delle braccia e delle spalle (in contesti di tipo ludico o professionale);
- degenerazione discale (ernia/protrusione),
- colpo di frusta;
- lesioni traumatiche pregresse e malcurate;
- attività fisica estrema e sforzi eccessivi soprattutto se eseguiti in ambienti freddi/umidi;
- sport di potenza con sovraccarichi (bodybuilding, crossfit);
- Sindrome da Text Neck (la nuova sindrome da smartphone o sindrome tecnologica).
Correggere opportunamente questi comportamenti è la migliore strategia per ridurre la probabilità di sofferenza del tratto cervicale, ossia di cervicalgia, comprendente numerosissimi ed eterogenei sintomi di origine differente.
La cervicalgia colpisce il tratto cervicale della colonna vertebrale, ovvero uno dei punti più vulnerabili del corpo umano, il disturbo viene percepito a livello di nervi, muscoli e vertebre cervicali.
Ma vediamo di capire come si divide specificatamente questa patologia legata al dolore cervicale:
In relazione all’origine e alla distribuzione del dolore e ai sintomi di contorno si riconoscono tre varianti della cervicalgia: la cervicalgia vera e propria, la sindrome cervico-brachiale e la sindrome cervico-cefalica.
Cervicalgia vera e propria:
Il dolore interessa prevalentemente il collo, soprattutto nella regione della nuca, e la parte alta della schiena, tra le scapole.
Il dolore è in genere legato alla presenza di una contrattura e/o di infiammazione muscolare (in particolare, a carico del muscolo splenio della testa e del collo, del trapezio e del muscolo elevatore della spalla), in proporzione variabile da caso a caso.
Il fastidio che ne deriva può essere notevole e può impedire del tutto o solo in parte di muovere il collo per uno o più giorni.
Sindrome cervico-brachiale o cervicobrachialgia:
Si manifesta con dolore al collo e alle spalle. Al dolore al collo e alle spalle si aggiungono sintomi sensitivi e calo di forza, che dal rachide cervicale si irradiano alle spalle e alle braccia, arrivando talvolta fino alle mani.
Le manifestazioni, in genere, riguardano un solo braccio, in corrispondenza del lato maggiormente interessato dall’infiammazione, che in questo caso coinvolge in modo marcato anche i nervi cervicali.
Sindrome cervico-cefalica:
Si manifesta con dolore al collo e alle spalle. Sono presenti sintomi sensitivi neurologici distintivi come mal di testa, vertigini (con conseguente nausea), disturbi della vista e dell’udito, cui si aggiungono, a volte, anche disturbi della deglutizione. Queste manifestazioni possono essere così intense e invalidanti da far passare del tutto in secondo piano il dolore al collo.
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Come si diagnostica?
Il dolore persistente a livello cervicale richiede un’adeguata indagine investigativa. La cervicalgia può infatti nascondere differenti cause d’origine, che devono pertanto essere diagnosticate mediante svariati test:
- Anamnesi, osservazione e palpazione medica;
- Radiografia (RAGGI X) del rachide cervicale;
- TC (tomografia computerizzata);
- MRI (Magnetic Resonance Imaging);
- Elettromiografia (individua eventuali anomalie della radice nervosa).
E vediamo anche come la si cura:
Nella pratica comune per curare la cervicalgia si ricorre ai farmaci, quindi se i sintomi non migliorano e persiste un dolore e/o fastidio al collo si ricorre al consulto medico al classico dottore di base e/o ortopedico, fisiatra.
Questi consigliano un’indagine strumentale (RX, RM, Ecografie), dalla quale si possono evidenziane modificazione del rachide, vertebre e dischi, per giungere ad un percorso terapeutico come:
- MFKT (masso-fisio-kinesi-terapista);
- Terapie strumentali (Tecar, Ultrasuoni)
- Osteopatia;
- Terapia Bemer
- Medicine alternative (es. naturopatia, MTC medicina tradizionale cinese, ecc.).
Ovviamente ogni paziente ha una risposta più o meno positiva ai trattamenti proposti pertanto non si può fornire una tempistica di guarigione precisa; verrà valutata di volta in volta in base alla cura e al tipo di terapia proposta ma soprattutto allo stato di benessere del paziente.
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Se ne vuoi sapere di più in merito all’aspetto anatomico, ecco qui una sintesi perfettamente comprensibile:
Anatomicamente il tratto cervicale è formato dalle sette vertebre cervicali (C1-C7) e lo possiamo dividere funzionalmente in tratto cervicale “alto” (da C0 a C2 considerando anche l’osso Occipitale), ed in tratto cervicale “basso” (da C3 a C7), con le rispettive radici nervose.
La cervicalgia compare, molto spesso, come conseguenza dell’alterazione delle strutture del collo (vertebre e dischi intervertebrali) che può coinvolgere in modo variabile muscoli e legamenti di collo e spalle nonché i nervi propri del tratto cervicale e del plesso brachiale.
Quando vengono interessati anche i nervi con radici da C4 a C8-T1 e cioè del “Plesso Brachiale”, si parla di cervico-brachialgia ovvero sofferenza del tratto cervicale e/o delle spalle e/o delle braccia.
I dati epidemiologici indicano che circa il 50% della popolazione mondiale sperimenta un attacco di cervicalgia almeno una volta nella vita. Il picco di insorgenza si colloca nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 60 anni e il disturbo sembra prediligere le donne rispetto agli uomini e chi vive in città rispetto a chi risiede in zone rurali.
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