L’ernia del disco cervicale è una patologia molto fastidiosa e dolorosa che colpisce il rachide cervicale. In questo articolo vediamo cause, diagnosi e cure.
L’ernia del disco cervicale può verificarsi nel tratto inferiore del rachide cervicale, nello specifico tra le vertebre C3 e C7.
Come si forma l’ernia del disco cervicale e quali tipi esistono?
Il disco intervertebrale è formato da una parte centrale o nucleo polposo, costituito per l’80% di acqua, e da una serie di anelli fibrosi concentrici che lo circondano e lo proteggono.
Ora dobbiamo fare una premessa distinguendo la protrusione discale, che è la forma iniziale dell’ernia ove il disco intervertebrale spinge nel canale vertebrale ma senza rompere l’anello fibroso, dall’ernia vera e propria, caratterizzata dalla rottura dell’anulus fibroso e dalla fuoriuscita di una parte del nucleo polposo nel canale vertebrale.
Possiamo così avere tre tipi di ernia:
- Contenuta, ove si rompono solo le fibre più interne dell’anulus mentre quelle più esterne restano integre
- Espulsa, ove il nucleo polposo rompe le fibre dell’anello e fuoriesce nel canale vertebrale
- Migrata, ove il frammento espulso migra verso l’alto, il basso o lateralmente.
Inoltre possiamo distinguere un’ernia molle, solo formata da nucleo polposo, causata principalmente da eventi traumatici come il “colpo di frusta”; e un’ernia dura, in cui al nucleo polposo degenerato e calcifico si associano formazioni osteofitiche vertebrali e spesso una stenosi o restringimento del canale neurale dove la radice nervosa fuoriesce dal canale vertebrale.
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Le cause dell’ernia del disco cervicale
Oltre ai processi degenerativi legati all’invecchiamento che provocano indebolimento muscolo-legamentoso e spesso spondilosi vertebrale, ci possono essere anche situazioni traumatiche legate all’aumento dei carichi sul rachide cervicale o a traumi quali i “colpi di frusta”.
Alcune cause possono anche essere:
- Atteggiamenti posturali scorretti
- Riduzione delle resistenza del legamento posteriore
- Riduzione della forza della muscolatura stabilizzatrice tonica della colonna
- Degenerazione fisiologica del disco intervertebrale
I sintomi dell’ernia del disco cervicale
L’ernia del disco cervicale è una patologia che, nelle forme più gravi, è altamente invalidante.
Chi soffre di questa patologia prova un disagio molto intenso da dover ricorrere a farmaci antiinfiammatori (FANS) e antidolorifici, oltre che a un collare di sostegno.
Il dolore è solitamente localizzato sul collo, ma può anche irradiarsi lungo il braccio ed arrivare fino alla mano.
In questi casi l’ernia può causare deficit motori con perdita di forza dei muscoli dell’arto superiore, parestesie, formicolii e deficit sensitivi, di sensibilità in diverse zone a seconda del livello in cui si è formata l’ernia, la quale esercita una pressione sulla radice del nervo provocando una radiculopatia.
Altri sintomi collegati alla patologia possono essere:
- Aumento del dolore muovendo la testa
- Mal di testa
- Nausea
- Capogiri e sensazione di perdita dell’equilibrio
- Sensazione di scosse elettriche nella zona del collo e lungo il braccio.
La diagnosi
Dopo un’accurata anamnesi in cui si raccolgono le informazioni riferite dal paziente, inizialmente, oltre a consigliare l’utilizzo di un collare di sostegno, si possono far prescrivere da un medico specialista degli esami diagnostici quali:
- una radiografia (RX) o una tomografia computerizzata (TC) della colonna cervicale per una valutazione osteo-articolare,
- una risonanza magnetica (RMN) per una valutazione delle parti molli quindi rilevare la presenza di una protrusione o di un’ernia, la sua posizione, valutare le strutture legamentose o altre malattie del disco o del corpo vertebrale tipo gli angiomi, evidenziare il midollo e le eventuali compressioni esercitate dall’ernia, analizzare il canale vertebrale,
- un’elettromiografia (EMG) o una mielografia qualora ci fossero deficit motori o sensitivi.
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Cure e terapie consigliate per l’ernia del disco cervicale
Chiaramente l’intervento chirurgico è sempre consigliato quando la situazione è molto grave, ma sicuramente l’approccio fisioterapico può aiutare a migliorare la sintomatologia del paziente.
Inizialmente si consiglia l’alternanza di alcune sedute di osteopatia con sedute di massoterapia (anche con le tecniche dei pompages), con l’obiettivo di allentare la tensione muscolare e fasciale e di conseguenza la pressione esercitata sul disco intervertebrale.
Con il migliorare della sintomatologia è consigliato stabilire un percorso di fisioterapia riabilitativa specifica con esercizi mirati a migliorare la postura della colonna in generale ed il suo utilizzo corretto.
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